ANNA PENNATI
Nata a Milano, maestra d’arte, dopo essersi diplomata all’Accademia di Brera, ha abbinato alla pittura il lavoro di grafica pubblicitaria, realizzando numerose campagne per le più note aziende e agenzie di comunicazione italiane e internazionali.
Il suo lavoro era talmente richiesto nel mercato della pubblicità da impedirle, di fatto, di proseguire la sua ricerca artistica.
Così Anna, nonostante le ottime prospettive professionali, alla fine degli anni Novanta ha lasciato la pubblicità per dedicarsi esclusivamente alla pittura. L’esperienza nella comunicazione, attività globale per definizione, le ha comunque lasciato qualcosa di importante: il gusto per l’internazionalità. Nel 2001 ha partecipato all’Artexpo di New York e successivamente ha lavorato a Londra.
Referente per quel periodo è stata la Artspace Galleries, Mayfair, una delle sedi artistiche più prestigiose della capitale inglese.
A Milano ha conosciuto anche Valery Giscard D’Estaing, ex presidente francese che, uomo di raffinata cultura, ha acquistato uno dei ritratti che Anna gli ha dedicato.
Nel periodo londinese Anna ha elaborato il suo stile pittorico, che la critica inglese ha definito “la risposta degli anni 2000 alla nuova figurazione”: le sue sono opere figurative composte da segni forti, decisi, quasi autonomi dalla figura stessa. Segni che scompongono e ricompongono immagini che appaiono allo spettatore un poco alla volta, quasi timidamente, per poi divenire presenti ed evidenti. A prima vista, quindi, possono apparire macchie di colore protagoniste di una composizione astratta, mentre dopo una più attenta osservazione emerge la trama figurativa.
Anna Pennati spazia da un soggetto all’altro, utilizzando di volta in volta il mezzo e lo stile più appropriati, seguendo un percorso che è un sicuro segnale di un artista internazionale, come evidenziato dai 25 anni di carriera e le oltre 50 mostre.
“La mia ricerca artistica è in continua evoluzione. Il segno e il colore si alternano nei ruoli di protagonista e si esprimono sulla superficie bianca delle mie tele.
A volte è il segno a prevalere, deciso, forte, come nei miei oracoli. Altre volte, come nella mostra dedicata ai “miti”, tenutasi presso l’Artspace Gallery di Mayfair a Londra, è il colore a prendere il sopravvento. Nei miei dipinti dedicati alla danza il bilanciamento è perfetto, riflettendo invece le necessità del movimento e della plasticità dei soggetti”.
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